Ti sei mai chiesto se esiste “una palestra per la mente?” Se sì, ti invito a continuare nella lettura di questo breve ma, spero interessante, articolo!
Incontro ogni giorno tante persone diverse, e a tutte, ripeto quanto sia importante fare sì che il nostro cervello possa esercitarsi in vario modo, trovandosi a risolvere nuovi quesiti. Più lo abituiamo a fare sempre le stesse cose e più “lui” si impigrisce, a discapito della nostra qualità della vita.
Ci sono tanti modi per allenarlo e, ti assicuro, nessuno di questi può essere definito noioso!
La neuroplasticità
La neuroplasticità può essere definita come la capacità del cervello di modificare la propria struttura nel corso del tempo in risposta all’esperienza.
Può accadere a tutti noi di non riuscire a trovare una soluzione ad un problema e di continuare a risolverlo sempre allo stesso modo. Con, mi rendo conto, un’estrema semplificazione di tutti meccanismi implicati, possiamo dire che è come se in quel momento la nostra mente non riuscisse a trovare una risposta efficace perché non riesce ad apprendere dall’esperienza ed adattarsi di conseguenza.
Ma è un meccanismo su cui noi possiamo intervenire, per fortuna!
I magnifici sette della salute mentale (e non solo!)
- Siegel, professore di Psichiatria alla University of California di Los Angeles, individua sette attività in grado mantenere il corpo in salute, rafforzare la mente e favorire uno sviluppo integrato del cervello nel corso di tutta la vita.
1) Il tempo del sonno
Mentre dormiamo, è come se il nostro corpo e la nostra mente si “rigenerassero”. Ecco alcuni dei meccanismi che migliorano durante il sonno: lo sviluppo del cervello; il consolidamento della memoria di ciò che si è imparato durante il giorno; un sano funzionamento dell’insulina e del metabolismo; un funzionamento ottimale del sistema immunitario che consente di prevenire le malattie; la capacità di far fronte allo stress; un funzionamento efficiente della mente con la capacità di focalizzazione dell’attenzione, pensiero, memoria, risoluzione di problemi, regolazione delle emozioni e relazione interpersonale (Siegel, 2014).
Va da sé che se, per molti motivi, non riusciamo a riposare bene, tutti questi meccanismi si possono interrompere a discapito della nostra salute fisica e psichica.
2) Il tempo dell’ozio
Come è possibile che “oziare” faccia bene al cervello? Mi rendo conto che sembri impossibile, ma è così. Infatti la nostra mente ha bisogno di concedersi dei momenti in cui sa di non avere impegni e può lasciarsi andare all’immaginazione. Può essere un piccolo (sottolineo questa parola;)) momento durante la nostra giornata oppure un periodo di vacanza.
È importante non confondere “il tempo dell’ozio” con la distrazione involontaria che quel tipo di comportamento che si verifica nel momento in cui, anche se dovremmo essere concentrati su qualcosa (un compito, ecc), ci facciamo attrarre da altre situazioni. In quel caso, con questo atteggiamento rischiamo di non raggiungere i nostri obiettivi!
3) Il tempo della concentrazione
Al contrario di quello che avviene quando siamo in “modalità multitasking” il tempo della concentrazione è quello in cui ci concentriamo su un’attività alla volta.
- Siegel (2014) scrive: “Quando ci concentriamo intensamente, avvengono tre cose nel cervello. La prima è che la regione del cervello situata appena sopra il tronco cerebrale secerne un’importante sostanza chimica, l’ecetilcolina, che si diffonde in tutto il cervello. Secondo, quando si presta bene attenzione, si attivano circuiti specifici, e i neuroni che si attivano insieme si collegano insieme. E questo ci porta al terzo aspetto: quando ci concentriamo su una cosa alla volta, all’acetilcolina che permea i circuiti attivati si aggiunge il rilascio localizzato del cosiddetto “fattore neurotrofico derivato del cervello” che favorisce l’espressione genica e la conseguente formazione di proteine necessarie a rafforzare le connessioni – le sinapsi – fra i neuroni attivati con l’attenzione. In breve, quando prestiamo bene attenzione, ottimizziamo i cambiamenti neuroplastici che costituiscono la base dell’apprendimento.”
Tutto ciò vale per i giovani che studiano mentre contemporaneamente messaggiano, controllano i social, ecc. In questo modo l’apprendimento è compromesso. Allo stesso modo, gli adulti che “smettono” di allenare la loro capacità di concentrazione impediscono al cervello di imparare nuovi concetti e creare nuove connessioni…in poche parole non fa più quello per cui è nato!
4) Il tempo del gioco
Le nostre giornate sono strutturate, organizzate e spesso piene di impegni. In questo modo, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, al nostro cervello non viene data una delle possibilità che ha per rigenerarsi.
Dedicare del tempo al gioco (quello spontaneo, libero) è un modo per lavorare sulla spontaneità e sulla creatività, doti utili per vivere la nostra vita al meglio!
5) Il tempo del movimento
E’ risaputo che l’attività fisica faccia bene al corpo. Ma è utile anche alla mente, grazie alla produzione di endorfine che ne deriva. Ma muovere il corpo migliora la plasticità cerebrale: favorisce la memoria, lo sviluppo di connessioni nel cervello e il loro rafforzamento.
6) Il tempo della relazione
Quando parlo di relazione intendo quella “di persona” e non digitale, se possibile, ovviamente. Prendersi del tempo per stare con le persone a cui vogliamo bene. In questo modo ci sentiamo più in equilibrio e questo non può che far bene alla nostra mente, al nostro cervello e al nostro corpo!
7) Il tempo dell’interiorità
Il tempo dell’interiorità prevede che ognuno di noi, ogni giorno, dedichi del tempo a riflettere sul proprio vissuto corporeo ed emotivo. Ha a che fare con il riuscire a percepire le emozioni, i pensieri, i ricordi, le convinzioni, le speranze, i sogni, atteggiamenti e desideri.
Questa consapevolezza che può derivare anche dal riuscire a trovare questo tempo per noi stessi ha varie ripercussioni positive sul nostro cervello. D. Siegel (2014) scrive: “contribuisce all’aumento dei livelli di tolomerasi, un enzima che serve a conservare e riparare o tolomeri, ossia i segmenti terminali dei cromosomi, prevenendo l’invecchiamento delle cellule. Non è uno scherzo: dedicare del tempo a questa attività migliora la salute delle cellule! In aggiunta, favorisce un miglior funzionamento del sistema immunitario, ci dà più energia e persino ci rende più propensi ad affrontare i problemi, invece di evitarli, e questo grazie a specifici cambiamenti che avvengono nel funzionamento cerebrale.”
Conclusioni
Questo breve articolo vuole essere uno stimolo per aiutare tutti noi a cercare di “allenare” un po’ di più la nostra mente.
Mi rendo conto che per alcune persone, in alcuni momenti della loro vita, possano non riuscire ad applicare tutte queste indicazioni, ad esempio a causa di alcune difficoltà psicologiche che stanno vivendo. A queste persone suggerisco di valutare l’opportunità di iniziare una psicoterapia, la quale può produrre modifiche del comportamento attraverso nuove esperienze e nuovi apprendimenti.
Bibliografia
- “La mente adolescente” di Daniel J. Siegel. Raffaello Cortina Editore, 2014.