L’ossessione che ogni cosa fosse al suo posto, ogni faccenda a suo tempo, ogni parola nel suo stile, non era il premio meritato di una mente in ordine, ma tutto il contrario, un intero sistema di simulazione inventato da me per nascondere il disordine della mia natura.
(Gabriel García Márquez)
Giulia (nome di fantasia) è una ragazza di 25 anni, con una famiglia felice alle spalle ed un fidanzato a cui è molto legata. Si rivolge a me perché “non riesce ad avere certi pensieri che cerca di annullare con dei comportamenti ripetitivi”: è terrorizzata dal poter contrarre, solo toccando un oggetto, una grave malattia. Questo la costringe e lavarsi continuamente le mani e, ormai, condurre una vita serena diventa difficile.
Ti sei forse rivisto o rivista in Giulia? La tua mente è piena di pensieri per te intollerabili che non riesci a fermare. E così ti senti costretto a svolgere delle azioni per “annullarli”. Spesso non esci di casa oppure arrivi in ritardo agli appuntamenti perché devi ripetere questi rituali.
Credimi, è possibile fare qualcosa!
Giulia è una ragazza come tante e, all’apparenza, sembra non esserci “nulla che non va”. Nella mia pratica clinica, Incontro molto spesso persone come lei, che arrivano da me esauste, tormentate da pensieri intrusivi (ossessioni) e/o vittime di rituali estenuanti (compulsioni). In tali situazioni, è possibile parlare di Disturbo ossessivo – compulsivo.
Ma cosa significa avere un Disturbo ossessivo – compulsivo? Innanzitutto, lo sottolineo sempre ai miei pazienti, soffrire di questa patologia non significa “essere quella patologia”. Identificarsi con un sintomo è la prima cosa da evitare, se vogliamo lasciarcelo alle spalle. Rimaniamo persone che, forse in un modo un po’ complesso, stanno comunicando che è necessario un cambiamento, in primis dentro di noi.
Premesso ciò, è possibile definire le ossessioni intendendo pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti come intrusivi e non desiderati che causano nella persona ansia o disagio marcato, la quale tenta di ignorare e di sopprimere questi pensieri impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri e azioni. I pensieri e le azioni atti ad annullare questi pensieri prendono il nome di compulsioni e possono consistere in comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che il soggetto si sente obbligato a mettere in atto in risposta a un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente. Il contenuto delle ossessioni e delle compulsioni può essere vario, ma è possibile individuare quattro temi prevalenti frequenti:
Contaminazione: le ossessioni di contaminazione spesso sono seguite dall’atto di lavarsi. L’oggetto della contaminazione è spesso difficile da evitare (germi, polvere) e la persona può arrivare a impiegare molto tempo in questi rituali, tanto da avere le mani o la pelle in generale molto segnata e non riuscire più ad uscire di casa;
Dubbio patologico: le ossessioni hanno a che fare con l’aver omesso un gesto quotidiano automatico di primaria importanza (aver chiuso il gas, aver chiuso a chiave la porta di casa, ecc.). La compulsione legata è il controllo che deve essere effettuata molte volte per poter avere la certezza che tutto sia “in ordine”.
Pensieri invadenti: i pensieri ossessivi hanno a che fare con contenuti aggressivi o sessuali, molto spesso rivolti alle persone care. In genere, essi sono seguiti da atti mentali volti ad annullare questi pensieri.
Simmetria: la persona necessita di un estremo bisogno di simmetria e precisione che la può portare molto a tempo a riordinare la casa o l’ufficio.
Quando Giulia si è presentata nel mio studio, ho cercato innanzitutto di conoscerla, di trasmetterla l’idea che chiedere aiuto era sicuramente il primo passo per uscire da questa situazione. Abbiamo definito il sintomo, cercando, in prima battuta, di capire quali fossero i suoi fattori di mantenimento e, infine, escluso la presenza di altre sofferenze, come ad esempio un Disturbo ossessivo – compulsivo di Personalità. Ho quindi ricostruito con lei la storia della sua vita e, in particolare, delle sue paure, le quali si erano concretizzate in tutta questa sofferenza, quasi a volerle dire: “è ora di affrontarle!”. Poi, attraverso l’EMDR, abbiamo lavorato sugli episodi traumatici che l’avevano segnata particolarmente, sulla storia del disturbo, sugli attivatori nel presente dell’attuale sintomatologia e sull’installazione di risorse per affrontare il futuro.
Ora Giulia può davvero tornare a sorridere.
Si ricorda che tali informazioni sono a carattere informativo e rappresentano una breve sintesi di un argomento molto vasto e complesso
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Bibliografia
- “La personalità e i suoi disturbi” di V. Lingiardi e F. Gazzillo, Raffaello Cortina Editore, 2014;
- “I protocolli terapeutici dell’EMDR” di M. Luber, Giovanni Fioriti Editore, 2015;
- “Il trattamento dei disturbi psichiatrici” di G. Gabbard, Raffaello Cortina Editore, 2016;
- “Il manuale Diagnostico Psicodinamico: PDM-2” di V. Lingiardi e N. McWilliams, Raffaello Cortina Editore, 2018;
- “Manuale di Psichiatria e Psicologia clinica” di G. Invernizzi e C. Bressi, Ed. McGraw Hill, 2017.
- “I protocolli clinici della terapia cognitivo – comportamentale” di C. La Mela, Maddali e Bruni, 2016.