Tutti noi, prima o poi, ci possiamo essere sentiti particolarmente ansiosi nella nostra vita. Proviamo a pensare ad un colloquio di lavoro molto importante per noi: potremmo affrontarlo sentendoci sì, in ansia, ma riuscendo a far valere i nostri punti di forza e qualità, oppure potremmo stare talmente male da non riuscire a dire nulla, minando così la nostra possibilità di assunzione.
L’ansia è un processo psichico attraverso il quale la persona reagisce ad un pericolo esterno, andando ad attivare sia il corpo che la mente. Essa infatti attiva sia una serie di reazioni fisiopatologiche atte alla difesa (per esempio, aumento della pressione sanguigna, della respirazione e tachicardia) sia sollecita la psiche ad elaborare possibili strategie per sottrarsi al pericolo con minor danno possibile. Oltre a ciò, l’ansia predispone l’individuo all’attacco (aggressione) o alla fuga (evitamento del pericolo). Sebbene l’ansia sia un fenomeno normale, può diventare patologica quando porta la persona a perdere il controllo delle proprie emozioni, a vivere sentimenti di impotenza e incertezza facendole affrontare situazioni nuove o impreviste con notevole disagio e sofferenza.
Tipologie di Disturbi d’ansia
L’argomento è molto lungo e complesso da sintetizzare in poche righe, ma possiamo dire che i disturbi d’ansia si suddividono in: il Disturbo d’ansia da separazione, Fobia specifica, Disturbo d’ansia sociale, Disturbo di panico, Agorafobia e Disturbo d’ansia generalizzato.
Il Disturbo d’ansia da separazione è caratterizzato da un’intensa paura o ansia (sproporzionate in base all’età del soggetto) in merito alla separazione da casa o dalle figure di attaccamento. La durata del quadro sintomatologico deve essere superiore alle 4 settimane nei bambini e adolescenti e pari o superiore ai 6 mesi negli adulti.
La Fobia specifica è un timore eccessivo, immotivato, di situazioni, oggetti o attività, che determina la comparsa di sintomi ansiosi e di condotte di evitamento dello stimolo fobico, tali da compromettere il normale funzionamento sociale o lavorativo del soggetto. Gli oggetti di queste paure immotivate possono essere: animali, ambienti naturali (altezze, temporali, acqua), sangue-infezioni-ferite, situazionali (ascensori, aeroplano, luoghi chiusi), altre situazioni come la paura di soffocare o vomitare.
Il Disturbo d’ansia sociale consiste dalla paura del giudizio altrui per la preoccupazione di apparire imbarazzato, ridicolo o inopportuno. Tale quadro psicopatologico comporta in genere un disagio significativo e una costante compromissione del funzionamento sociale e lavorativo.
Il Disturbo di panico è caratterizzato dalla presenza di attacchi di panico che vengono definiti come periodi di intensa paura e disagio a cui si accompagnano un insieme di sintomi somatici (tachicardia, dispnea, tremori, sudorazioni, dolore al petto, nausea e fastidi addominali, capogiri e vertigine, sensazioni caldo-freddo, parestesie, ecc.) e cognitivi (derealizzazione, depersonalizzazione, paura di stare per morire, paura di impazzire, paura di perdere il controllo, ecc.) che raggiungono il picco di intensità in dieci minuti. Il disturbo di panico, che può presentarsi in associazione ad altri quadri psicopatologici oppure no, è caratterizzato dalla presenza di attacchi di panico improvvisi e ricorrenti a cui si associano, per almeno un mese, ansia anticipatoria verso il ripresentarsi di nuovi attacchi o le conseguenze dell’attacco.
Il Disturbo d’ansia generalizzato (DAG) consiste nella presenza di ansia e preoccupazione eccessive, pervasive e difficilmente controllabili relative a eventi di vita e accompagnate da sintomi fisici (tensione muscolare, irrequietezza, facile affaticabilità), neurovegetativi (tachicardia, dispnea, tremori, vertigini, ecc.) e psicologici (difficoltà a concentrarsi, irritabilità). Il DAG, se non trattato adeguatamente, ha un decorso cronico fluttuante con basse percentuali di remissione spontanea e un impatto globalmente negativo sulla qualità della vita. Con la pubblicazione del DSM-5, il Disturbo ossessivo compulsivo non rientra più tra i disturbi d’ansia, bensì rappresenta una categoria diagnostica sé stante. Esso è caratterizzato dalla presenza di ossessioni o compulsioni, che il soggetto critica e vive come assurde e non congrue ma alle quali non riesce a sottrarsi, e che determinano una significativa interferenza con funzionamento quotidiano, lavorativo e sociale. Le ossessioni sono descritte come una serie di pensieri o immagini che si intromettono nella mente del soggetto, il quale le vive come persistenti, involontarie, intrusive, inappropriate ed egodistoniche (egli sente che quei pensieri “non gli appartengono”). Le compulsioni sono comportamenti o pensieri ripetitivi il cui scopo è quello di ridurre l’ansia legata a un evento o una situazione temuta con modalità non realistica ed eccessiva.
Gli altri disturbi correlati al disturbo ossessivo – compulsivo sono il Disturbo da dismorfismo corporeo (preoccupazione intensa per uno o più aspetti del proprio corpo), Disturbo da accumulo (difficoltà nel separarsi da oggetti anche inutili), Tricotillomania (strappare ripetutamente i peli e/o capelli), Disturbo da escoriazione (stuzzicamento importante della pelle).
In tutte queste situazioni, la psicoterapia è uno degli strumenti indicati per aiutare la persona a ritrovare il benessere psicologico.