Va detto che, in piccola misura, tutti noi possiamo fare esperienza di piccole dissociazioni quotidiane che, se però crescono di frequenza e di intensità, danno origine a veri e propri disturbi dissociativi.
Cos’è la dissociazione
Ma cosa è la dissociazione? Essa può essere descritta come un deficit di quel processo che mantiene integrati, in un soggetto, rappresentazioni mentali, percezioni, ricordi e comportamenti. La letteratura, sempre più spesso, interpreta la dissociazione come un meccanismo difensivo nei confronti di eventi traumatici reali.
Il DSM-5 individua tre tipi di disturbi dissociativi: l’Amnesia dissociativa (deficit di memoria collegati a gravi eventi stressanti), il Disturbo dissociativo dell’identità e il Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione. Per questioni di spazio e non solo, andrò a descrivere solo quest’ultimo.
Il Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione è caratterizzato, come il nome anticipa, da episodi di depersonalizzazione e/o derealizzazione. Ma come si configurano? Invernizzi (2017) scrive: “la depersonalizzazione consiste in un sentimento di distacco, di irrealtà o di estraneamento nei riguardi di se stessi o del proprio corpo, che si esprime nell’impressione di essere come un automa o di stare vivendo in un sogno o in un film. Questo vissuto può riguardare tutto il proprio essere o parti di esso, cioè i sentimenti, i pensieri, il proprio corpo o parte di esso, le azioni e le sensazioni. Si associa solitamente a un senso alterato del tempo e dei propri ricordi, a un senso di ottundimento emotivo e ad anomalie percettive quali anestesie sensoriali. La derealizzazione è l’impressione che il mondo esterno sia estraneo o irreale. Il soggetto può sentirsi come nella nebbia o in un sogno o come se fosse separato dal resto da una lastra di vetro. L’ambiente viene percepito come artificiale, le altre persone come estranee o meccaniche, gli oggetti come cambiati nella forma o nelle dimensioni.”
Dal punto di vista psicodinamico la depersonalizzazione avrebbe la funzione di difendere il Sé nei confronti di un pericolo esterno o di una spinta pulsionale. Va sottolineato che, spesso, il Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione è meno correlato a gravi traumi rispetto l’Amnesia dissociativa e il Disturbo dissociativo dell’identità (che non sono stati opportunamente trattati in questo breve riassunto).
In tutte queste situazioni, la psicoterapia è uno degli strumenti indicati per aiutare la persona a ritrovare il benessere psicologico.